PROSSIMI APPUNTAMENTI
24 novembre-3 dicembre 2023 – PACTA dei Teatri (Milano)


Roma e Alba sono in guerra fra loro e, per evitare la carneficina di una battaglia fra eserciti, scelgono i propri rappresentanti affinché si affrontino in un duello mortale. L’Orazio uccide il Curiazio, e così Roma sottomette la città rivale. Ma il trionfo dell’eroe sarà funesto da un’altra, imprevedibile morte…Chi è L’Orazio? Un eroe che ha salvato la propria patria o un semplice assassino? Heiner Müller ancora una volta appassionato e al tempo stesso chirurgico, con questa riscrittura ritmica del classico, ci trascina nel rito condiviso del Teatro, per vivere insieme il dramma che ogni società è chiamata ad affrontare nel tentativo di definire e affermare la Verità per mezzo della Parola.

L’Orazio
di Heiner Müller

traduzione di Saverio Vertone e Mario Missiroli
con Lorena Nocera, Gilberto Colla, Giovanni Battista Storti
musiche di Thomas Umbaca (el. Piano, loop station)
installazione di Marcello Chiarenza e Marco Muzzolon
disegno e partitura luci di Fulvio Michelazzi
costumi di Caterina Villa
regia di Giovanni Battista Storti
organizzazione e produzione Marzia Loriga
fotografie di scena Flavio Bruno
produzione Teatro Alkaest
in coproduzione con PACTA dei Teatri

debutto: 26-29 gennaio 2023 – PACTA dei Teatri (Milano)


Note di regia

Si tratta di un atto unico della durata di 45-50 minuti.
Tre gli attori in scena, una donna e due uomini, che si alternano nella narrazione della vicenda, rivolgendosi direttamente allo spettatore e rinunciando all’interpretazione del personaggio tradizionalmente intesa, in favore di una ri-evocazione realizzata con la più scrupolosa oggettività. In altre parole, il testo è innanzitutto una struttura ritmica ben definita, e quindi un flusso costante di significati e immagini che trascina attori e spettatori.
Gli attori saranno sempre in scena; accanto a loro, in una postazione fissa e attrezzata (impianto fonico, strumenti musicali), agirà il quarto interprete: il musicista e cantante Thomas Umbaca, che dialogherà con le parole del testo di Müller e le voci degli attori.
Lo spazio scenico è disegnato e realizzato da Marcello Chiarenza e Marco Muzzolon: in proscenio, una striscia orizzontale di sabbia segna il luogo d’incontro tra attori e spettatori; sul fondo della scena, trenta rami di legno di nocciolo, alti 3 metri ciascuno, sono sospesi verticalmente grazie a dei contrappesi, così che la ‘parete’ lignea potrà essere modificata dagli attori, a vista, nel corso della rappresentazione.
L’illuminazione, opera di Fulvio Michelazzi, svolgerà un ruolo fondamentale nella definizione dello spazio scenico e nel sottolineare i momenti topici della rappresentazione.
I costumi di Caterina Villa saranno composti da elementi che rimandano a epoche tra loro diverse, a indicare tre figure di rappresentanti della comunità degli spettatori, e al tempo stesso tre personaggi appartenenti alla memoria.
Giovanni Battista Storti


Rassegna stampa

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Foto
di Flavio Bruno

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